Lo scritto propone una riflessione sulle ipotesi di cessazione della quotazione per volontà dell'emittente, con particolare riferimento al fenomeno del delisting c.d. “puro”, solo apparentemente trascurato dal legislatore e da tempo oggetto di un dibattito dottrinale che, alla luce del crescente trend di uscita dai mercati regolamentati, risulta quanto mai attuale.
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L'elaborato fornisce una ricostruzione sistematica del fenomeno, inquadrando le diverse fattispecie di cessazione della quotazione all'interno di una tassonomia ben definita, che ruota intorno alla contrapposizione tra delisting involontario, esclusiva conseguenza di un provvedimento assunto dal gestore del mercato, e delisting avviato su iniziativa dell'emittente medesimo. L'analisi si concentra dunque sulla ratio delle norme in materia, approfondendo le esigenze di tutela sottese, con particolare riferimento ai processi di delisting puro, concludendo in senso positivo circa la sua ammissibilità, affrontandone i rilevanti profili tecnico-giuridici e valorizzandone i possibili meriti da un punto di vista pratico. Infine, lo scritto si conclude con una ricostruzione comparatistica del fenomeno negli ordinamenti britannico, tedesco e francese.
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