Il libro analizza il faticoso processo di realizzazione dei nuovi cimiteri extraurbani in età napoleonica, che impose un modello giunto fino ai nostri giorni.
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Non si tratta di uno studio sui cimiteri di rilevanza architettonica o artistica, ma su quelli numerosi e spogli di borghi, villaggi e città appartenenti al Regno d’Italia con l’obiettivo di comprendere come le autorità napoleoniche abbiano affrontato, e in gran parte risolto, l’annoso problema sanitario delle sepolture all’interno e nei pressi delle chiese, superando molteplici resistenze di ordine finanziario e culturale. Attraverso la ricostruzione di questo processo di modernizzazione si può cogliere la delicata e complessa interazione tra la società “italiana” e lo Stato post cetuale napoleonico, che decise di non delegare più la gestione amministrativa e sanitaria della morte, avocando totalmente a sé quel compito.