«La poesia di Trakl – spiega Claudio Magris nella prefazione – è una fondazione del mondo; egli è uno di quei poeti che, come Hölderlin, sono chiamati a fondare una verità o a svelarne l'assenza, a rendere abitabile la terra o a mostrarne l'inabitabilità. Leggere Trakl significa interrogarsi sulle cose ultime, sulla possibilità stessa della poesia, sul senso estremo della vita.
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Le interpretazioni di Trakl sono dei confronti con l'essenza del nostro destino». Introduzione di Margherita Caput e Maria Carolina Foi.
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BIBLIOTECHE CIVICHE DEL SAN PAOLO - BIBLIOTECA GUANDA
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