Con “La fabbrica dei destini invisibili” l’autrice Cécile Baudin ci regala un avvincente romanzo storico che ruota intorno a una fabbrica tessile, in cui nulla è come sembra. Sono trascorsi vent’anni da quella notte in cui una figura misteriosa, con in braccio due neonati, si allontanava furtivamente da una casa dove una donna stava esalando il suo ultimo respiro.
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Ora, a tanti anni di distanza, la sirena della seteria Perrin risuona nell'Ain, regione trasformata dalla Rivoluzione industriale. Le leggi del lavoro hanno migliorato le condizioni nella fabbrica, ma purtroppo molte donne continuano ancora a essere sfruttate in laboratori improvvisati nelle soffitte, filando alla luce incerta di una candela. A difendere i diritti di queste donne c’è Claude Tardy, ispettrice del lavoro, disposta a indossare abiti maschili pur di affermare la sua presenza in un mondo ancora prevalentemente maschile. Un giorno Claude viene chiamata a indagare sulla morte sospetta di un operaio trovato impiccato a fili metallici che lui stesso aveva teso, e la situazione si complica ulteriormente quando, tre mesi dopo, emerge un secondo cadavere da un lago. Due morti apparentemente scollegate si rivelano connesse quando Claude incrocia la strada di suor Placide, impegnata nella ricerca di una giovane scomparsa dal collegio Perrin, un'istituzione caritatevole. Man mano che le due donne uniscono le forze, prendono consapevolezza del legame tra le morti dei due uomini. Insieme si impegnano nella ricerca della verità, gettando luce su una realtà brutale nascosta, in cui sono coinvolti uomini potenti e pericolosi che, da tempo, molti cercavano di evitare.