Afflitto da profonda solitudine, raggelato dalla vecchiaia, Eguchi decide di visitare una casa misteriosa e segreta dove uomini anziani come lui possono trascorrere la notte riscaldandosi accanto ai corpi di giovani donne profondamente addormentate. Svegliarle è impossibile, toccarle assolutamente vietato.
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In questo luogo sospeso tra sogno e realtà, Eguchi – turbato dal fascino magico delle ragazze «in un letargo di morte apparente» – esplora gli sfumati confini tra piacere, memoria e rimpianto in una delicata rapsodia di sensazioni e ricordi. Raffinato racconto erotico, viaggio nei più profondi recessi della psiche, "La casa delle belle addormentate" (1961) è – secondo Mishima – «un capolavoro di letteratura decadente capace di mantenere una bellezza formale, pur emanando allo stesso tempo una fragranza simile al marciume di un frutto troppo maturo». Un'opera che intreccia soffocanti fantasie sessuali con il disgusto per la vita, che trae dall'atmosfera onirica – tipica della prosa delicata, rarefatta e luminosa di Kawabata – riflessioni sulla natura effimera dell'esistenza umana, sulla fugacità del tempo e sull'ineluttabilità della morte. Il breve romanzo è accompagnato da due racconti: "Il braccio" (1965), in cui le ossessioni e la bramosia sessuale si riversano nel desiderio allegorico dell'autore di «un mondo di solitudine assoluta», e il giovanile "La bellezza sfiorisce presto" (1935), ispirato a un caso di duplice omicidio di due ragazze avvenuto nel 1928.