Da un balcone di quell’hotel è precipitato Jim Morrison, John Belushi è morto di overdose in una delle sue stanze, in un’altra hanno vissuto per un anno Sharon Tate e Roman Polanski: no, il Chateau Marmont, dove Mae Pruett è stata spedita nottetempo a «trattare un problema», decisamente non è un posto qualunque. Non che il lavoro di Mae sia un lavoro qualunque.
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Nella Los Angeles dello showbiz che fabbrica montagne di denaro, delle magioni principesche che affacciano su misere tendopoli, Mae Pruett ha una specialità: tenere il nome dei suoi clienti – ricchi, potenti, talvolta depravati – fuori dal raggio dei media, ripulire macchie di reputazione, gestire imbrogli e imbarazzi. Con ogni mezzo necessario. E gli occhialoni scuri di Hannah Heard, divetta in declino, nascondono una situazione che è pane per i suoi denti. Ma quando, di lì a poco, il suo capo e mentore Dan Hennigan viene ucciso sul Sunset Boulevard, Mae all’improvviso si ritrova sola di fronte alla Bestia, una rete occulta di potere e corruzione che ha sul libro paga, oltre a lei, una legione di avvocati, pierre, servizi di sicurezza, investigatori – occhi, orecchie, braccia, pugni. La Bestia che stringe tra i suoi artigli la città degli angeli. Nel suo dibattersi, Mae percorrerà le strade della fluorescente megalopoli, soffocata dal fumo dei roghi, popolata dalle gang in guerra, da influencer impillolati e rifatti, predatori a caccia di carne giovane, poliziotti sporchi, anime perdute. E dovrà decidere da che parte stare.