La famiglia Dan’no è una famiglia come tante. I genitori Michio e Kyoko gestiscono un negozio di uccellini e amano il loro lavoro, la figlia Kanon frequenta le medie, Kanata è il piccolo di casa. I Dan’no hanno tutto per essere una famiglia perfetta: si vogliono bene e sono felici. Fino al giorno in cui la tragedia fa irruzione nelle loro vite, e interrompe ogni dolce melodia.
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Ma oltre il frastuono del dolore, per i Dan’no suonano le note della salvezza. Dall’autore di “Se i gatti scomparissero dal mondo”, un romanzo intenso, una riflessione sul male e la redenzione. Su come l’inferno, il purgatorio e il paradiso siano già qui, in ognuno di noi. Ancor prima di entrare, i clienti sono piacevolmente accolti dal vivace canto degli uccellini. Diamanti mandarini, passeri di Giava, calopsitte, canarini, parrocchetti ondulati e tanti altri pennuti variopinti sono da sempre la specialità del negozio dei Dan’no, uno storico locale situato in un quartiere periferico di Tokyo. Non si tratta solo dell’attività di famiglia, è un mestiere che Kyoko e Michio amano. Agli uccellini dedicano ogni giorno tempo e cura, come anche la dolce Kanon e il piccolo Kanata, che condividono questa passione. Del resto la casa di famiglia è proprio al piano di sopra e il negozio è parte integrante della loro quotidianità. I Dan’no conducono un’esistenza modesta ma si accontentano delle gioie semplici. Perché in fondo hanno tutto per essere una famiglia perfetta: si vogliono bene e sono felici. Fino al momento in cui la tragedia irrompe nelle loro vite: una mattina, fuori dalla scuola elementare, Kanata viene ucciso da uno squilibrato. Più di dieci bambini sono vittime di quella strage insensata, di quell’ingiusta violenza. I Dan’no si ritrovano a fare i conti con il dolore più cupo, che inevitabilmente divide e allontana. Michio si annulla nel lavoro e cerca consolazione fuori casa, frequentando la Società del Vento, un’associazione di famigliari di vittime di omicidio. Kyoko, chiusa nel silenzio, prova rancore nei confronti del marito, che incolpa per la morte di Kanata, e sembra ritrovare un po’ di serenità solo quando canta per il Coro della Voce Eterna, un gruppo religioso dai contorni poco chiari, che la abbaglia con la facile promessa di un ausilio divino per superare il lutto. Kanon, ragazzina timida e fragile, rimane faticosamente in equilibrio tra le macerie, cercando strade nuove che la conducano alla sua verità. Proprio grazie a Kanon la famiglia ritroverà il coraggio di vivere e, di nuovo unita, tornerà a sentire ogni nota di quella melodia dei giorni che assomiglia a un canto divino.