Lo spazio delle chiusure, che trova la sua massima espressione nel sistema carcerario, si manifesta in altre forme, non meno esiziali in diversi aspetti dell’esistenza dei singoli e per estensione in quelle di tutti i viventi.
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Dipendenze, guerre, povertà, rapporti famigliari, condizionamenti, vecchiaia, universo animale: ecco altrettante metaforiche “stanze” che evocano la condizione della chiusura, assimilando chi sta “dentro” a chi illusoriamente spera di non esserne coinvolto. Da queste riflessioni ha preso spunto la mostra Diciotto Stanze (Milano, dicembre 2022/gennaio 2023) composta da opere delle detenute e dei detenuti della Seconda Casa di Reclusione di Milano Bollate, affiancati da docenti e studenti del corso di Terapeutica artistica dell’Accademia di Belle Arti di Brera e da docenti volontari che da diversi anni animano due laboratori di Arti Visive: Libera Pittura e Artemisia. Le loro testimonianze, e quelle dei detenuti, affrontano da diversi punti di vista le tematiche del rapporto con il carcere, e della finalizzazione del “tempo rinchiuso” alla ricostruzione di esistenze segnate.