Il fidanzamento interrotto tra una ballerina e uno studente universitario, le vicende quotidiane di una povera famiglia di artisti, l’interno di una casa napoletana «sopra Toledo» in una giornata d’ottobre del 1951: ecco il nucleo di questa poderosa prima opera narrativa di Vittorio Viviani che, nel suo svolgersi imprevedibile e vertiginoso, raggiunge l’ampiezza di una narrazione epica.
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Dalla Napoli prefascista alla Napoli «americana», dal tempo del delitto Matteotti allo sciopero dell’Università del ’49, in queste pagine emerge l’immobile fisionomia di una città disincantata e segreta, resa nella molteplicità dei suoi aspetti, nella vasta galleria dei suoi personaggi, nel paesaggio urbano e in quello interiore in cui si svela una inarrestabile devastazione sociale e morale, resa ancora piú drammatica, nel dopoguerra, dalla presenza dei militari alleati. «Era stata a casa tutto il giorno, in ansia per quel pubblico sconosciuto che avrebbe affrontato; normale, non piú americano, e perciò difficile. Più che il corpo, l’anima elastica.Ma aveva dovuto ancora ascoltare le solite grida irritanti e domestiche della madre; ancora era stata costretta a vedere suo padre taciturno e crucciato, come in quegli ultimi tempi, quando non era riuscito nemmeno a nasconderle un profondo senso d’invidia per il suo debutto importante».