Uno dei primi capolavori di Hilary Mantel, la regina del romanzo storico due volte vincitrice del Booker Prize, viene pubblicato per la prima volta in Italia in un volume unico.
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La storia segreta della Rivoluzione francese è un viaggio attraverso un’intera epoca, ma anche la magistrale prova d’autore di una scrittrice che del talento di cucire la grande Storia con le storie più intime e private dei suoi personaggi ha fatto la propria, inconfondibile cifra stilistica. «Cerca di non essere offensivo. Gli piace ritenersi di natura ragionevole e conciliante. Riesce a sottrarsi, a tergiversare, a sfuggire al problema. A sorridere in modo enigmatico e rifiutare di strigliare ambedue le parti. A cavillare e insistere sull’interpretazione delle parole. È un modo per guadagnarsi da vivere, si dice; ma non lo è. Infatti poi arriva la domanda esplicita, l’unica scelta fra due possibilità: vuoi una rivoluzione, M. de Robespierre? Sì, maledetti, maledetti tutti, la voglio, ne abbiamo bisogno e l’avremo». Parigi, 1784. Pochi anni prima della Rivoluzione. Camille è un giovane avvocato smaliziato e dalle idee stravaganti, un enfant terrible attorno al quale si affollano pettegolezzi di ogni genere; Georges-Jacques, anche lui avvocato, è un colosso dal viso sfregiato accanto al quale gli altri uomini appaiono piccoli, deboli, sottomessi; Maximilien è un giovane procuratore sempre dalla parte degli oppressi. Gli amici li chiamano per nome, ma nei tribunali sono conosciuti come Desmoulins, Danton e Robespierre. Nati in provincia da famiglie che li avrebbero voluti sistemati con un matrimonio combinato e una vita convenzionale, ma decisi a non accontentarsi, i tre sono riusciti a completare gli studi e ad arrivare a Parigi, dove proprio in quegli anni «tutte le persone giuste si stanno radunando». Centro del mondo per eccellenza, la Parigi del 1784 è il luogo dove si decidono le sorti dell’intera Francia, ma anche una città in cui i poveri muoiono di fame e i cadaveri giacciono ammucchiati agli angoli delle strade. Una città tesa fra l’austerità dell’ancien régime e l’idea di un mondo nuovo e più giusto come quello che i giovani discutono nei caffè e nei circoli. E in questo clima, mentre il malcontento inizia a fermentare in tumulti e improvvisi scoppi di violenza, saranno proprio Robespierre, Danton e Desmoulins a incarnare le speranze di un’intera generazione e a legare il loro destino di eroi tragici alla Rivoluzione, ignari del fatto che le forze che contribuiranno a liberare cambieranno il mondo ma distruggeranno le loro vite.