A scuola mi chiamano stracciona, perché mi nascondo sotto strati di abiti scuri. A volte vorrei scomparire. Dipingo, faccio graffiti, riempio i muri della città con la mia tag, e ho cominciato anche a scrivere. Ho un grande quaderno, me lo ha regalato una scrittrice meravigliosa. Scrivo, come se parlassi a lei.
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Le racconto tutto, che adesso ho trovato un magazzino abbandonato, il mio atelier segreto, e che ho scoperto di non essere sola: un altro ragazzo si rifugia lì per leggere i suoi libri di viaggi e i suoi atlanti, fantasticando sui luoghi che visiterà. CI siamo subito odiati, dovevamo dividerci gli spazi. Ma poi...