Questo volume prende in esame la parabola letteraria di Elsa Morante mirando a coniugare filologia e teoria della letteratura.
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L’indagine di alcuni materiali giovanili conservati nell’Archivio Morante presso la Biblioteca centrale nazionale di Roma costituisce il punto di partenza per un’interpretazione del lavoro della scrittrice che si basa sull’interazione dei concetti critici di memoria poietica e modo narrativo. La continua riproposizione di immagini, oggetti, motivi, temi dalla giovinezza alla maturità mostra infatti come sia attiva in Morante una memoria del fare letterario che si sviluppa in riprese variate di un immaginario modulare; al contempo, il transitare nei testi di costanti e varianti si distribuisce in una formazione di compromesso fra i modi del romance e del novel che è la più intima cifra della scrittura dell’autrice. Pagina dopo pagina, emerge così una Morante svincolata da vari cliché critico-biografici che hanno limitato il riconoscimento della sua consapevolezza metaletteraria, e intenta, piuttosto, a sperimentare in un autentico ‘laboratorio della finzione’ nuovi percorsi del romanzo novecentesco.