Chi è China? Il nome della protagonista, o di un continente lontano? Un segno della caduta, o dell'essere piegati: e tutti questi sensi destinati a diventare inchiostro, scrittura.
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Un romanzo breve, in versi, suonato come il fiato lo richiede, pronto alla fuga delle immagini e dei personaggi, pronto a intercettare quel volto, i suoi dialoghi, scavando indietro anche nella giovinezza di lei, narrata. Quel che è certo è che la protagonista e China sono diventate una cosa sola (come agli inizi), ma ora sono in due. Lei sa che ha amato China e China ha amato lei. Anche se con linguaggi diversi, infatti, «le tue parole in musica contro / la mia musica con le parole, sempre»: vi si narra la storia di un mistero. Le protagoniste si immortalano in un gioco di sguardi, come ne "Las meninhas", quasi a strappare le regioni del silenzio a quelle dell'amore. China è mille personaggi, non solo la madre, ma una donna che parla, «... per intonare una sua antica voce», dopo che «all'inferno / era la storia per sempre risaputa, / di ragazze e gambe agili della pianura / pezzo della sua strada al paradiso».