La storia della rivista “La Cucina Italiana” in digitale
La versione digitale delle annate dell’anteguerra, dal primo numero del 1929 all’ultimo numero del 1943, ospitate nel portale Biblioteche del Comune di Parma
Grazie alla collaborazione con “La cucina Italiana” Academia Barilla – nella cui biblioteca è conservata la raccolta completa della testata – propone la versione digitale delle annate dell’anteguerra, dal primo numero del 1929 all’ultimo numero del 1943. La testata poi riprese le pubblicazioni nel 1952 ed è tuttora la rivista più autorevole del settore in Italia.
La collezione digitalizzata è ora disponibile gratuitamente per tutti, ospitata all’interno del portale “Parma e la sua storia” a cura delle Biblioteche del Comune di Parma, e rappresenta un importante passo avanti per la conservazione e la diffusione del patrimonio gastronomico italiano.Queste prime edizioni, pubblicate a partire dal 1929, sono considerate preziose per la loro rarità, per il valore storico e i contributi famosi di grandi chef, gastronomi e personalità della cultura italiana.Oltre alle ricette, inoltre, le riviste offrono uno spaccato della società italiana dell'epoca attraverso pubblicità, consigli domestici e articoli di costume.
Il primo numero de "La Cucina Italiana” dal significativo sottotitolo “Giornale di gastronomia per le famiglie e per i buongustai”, esce il 15 dicembre 1929 in via Montenapoleone 45 a Milano. La nuova testata di gastronomia, pubblicata dall'Istituto Editoriale Italiano di Umberto Notari (1878-1950), già fondatore, nel 1926, de “La Finanza d'Italia” è guidata dalla moglie, Delia Pavoni Notari (1869-1935), già vedova dell’ingegner Giuseppe Magnaghi (1850-1895) e proprietaria delle terme di Salsomaggiore, sposata nel 1901. Il giornale ha cadenza mensile, ma formato da quotidiano e si avvale della collaborazione di un “Comitato di degustazione” di cui fanno parte nomi prestigiosi della cultura italiana, da Massimo Bontempelli (1878-1960) a Filippo Tommaso Marinetti (1876-1944), vate della cucina futurista e amico di Umberto Notari. Grazie al taglio editoriale di ampio respiro voluto da Delia, a fianco delle immancabili ricette e consigli gastronomici, trovano spazio gli interventi qualificati di scrittrici e intellettuali Giovanni Pascoli (1855-1912) (Risotto romagnolo); l'intervista di Rina Simonetta a Marietta Sabatini (1860-1932 post), pistoiese di Massa e Cozzile, apprezzata cuoca di Pellegrino Artusi (febbraio 1932).
Nel novembre 1932 la redazione si trasferisce a Roma, a Palazzo Sciarra, ed entra a far parte del gruppo editoriale de “Il Giornale d’Italia”, ma sempre sotto la guida di Delia Notari che vira il taglio della rivista riducendo i contributi di taglio culturale e ampliando le tematiche gastronomiche secondo una sensibilità più femminile.
Nel gennaio 1935 dopo la morte di Delia Notari, onorata in testata come fondatrice, la direzione viene assunta da Fanny Dini, che rende più agile il formato, ridotto in quarto e porta la foliazione da 8 a 32 pagine. Agli abbonati, poi, viene inviata in omaggio una copertina illustrata per rilegare l'intera annata. Vengono lanciati anche concorsi di cucina, da quello nazionale (luglio 1934) la cui giuria viene presieduta da Amedeo Pettini (1865-1948), celebrato cuoco di Casa Savoia e autore dell’intramontabile Ricettario Carli, a quello per il miglior pranzo di Natale (novembre 1934).
Con l’entrata in guerra del Paese, la testata è destinata ad un inesorabile declino, che porterà alla sua chiusura nel luglio 1943, per poi rinascere nel dopoguerra, a Milano, grazie all’intraprendenza delle sorelle Gosetti.
Nel settembre 1952 la sede della rivista si sposta nella palazzina di via Sant’Antonio Maria Zaccaria, nel cui seminterrato viene allestita una cucina in cui vengono verificate tutte le ricette destinate alla pubblicazione. Tutt’oggi in copertina la rivista riporta la frase “Dal 1929 il mensile di gastronomia con la cucina in redazione”.
La rivista cresce e si consolida, fra ricostruzione e boom economico, acquisendo una autorevolezza indiscussa e divenendo leader di un mercato editoriale destinato a svilupparsi in maniera turbinosa.
Sfogliare queste riviste è fare un viaggio a ritroso nella storia della cucina, nella storia dell’economia e della società italiana, attraverso i racconti, le ricette e le grafiche dell’epoca.
Link diretto: https://www.parmaelasuastoria.it/La-Cucina-Italiana.aspx